IL CICLO ECONOMICO
Si definisce ciclo economico il susseguirsi di fasi
alterne di espansione e di contrazione dell’attività economica di un Paese. A
partire dall’inizio del XX secolo le fasi economiche si potevano contraddistinguere
dal livello dei prezzi, che subiva forti oscillazioni. Oggi, invece, ci
troviamo in una situazione nella quale il livello dei prezzi è in continua
crescita e da tempo, già a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, il
ciclo economico viene tenuto sotto osservazione misurando i livelli della produzione e dell’occupazione e impiegando vari indici quantitativi macroeconomici,
principalmente il PIL, dei quali si valutano soprattutto le variazioni negli
anni.
LE
FASI DEL CICLO ECONOMICO
Nel tempo, gli
economisti hanno identificato le diverse fasi del ciclo economico, attribuendo
loro nomi e caratteristiche. A prescindere dal punto in cui si inizia ad
osservarlo, in un ciclo economico si susseguono quattro fasi: espansione (culmine),
recessione, depressione, ripresa.
1.
La fase di espansione. Nella fase di espansione o
ascesa si assiste ad una crescita molto rapida del PIL e dell’occupazione. E’
un periodo caratterizzato da grande benessere e sviluppo economico. Aumentano i
redditi e con essi la domanda aggregata, le imprese crescono di dimensioni e aumenta
la produzione e l’inflazione. Le banche sono prodighe nel concedere crediti e si
moltiplicano i grandi investimenti di capitali. Al termine dalla fase di
espansione si raggiunge il culmine, dove l’economia raggiunge il punto massimo
del ciclo, la piena prosperità. In
questa fase, gli operatori economici sono pervasi da grande ottimismo nell’esercizio
della loro attività. A causa della diffusa euforia, adottano decisioni senza ponderare
adeguatamente i costi e i benefici, assumendosi incautamente costi e rischi non
giustificati.
2.
La fase di recessione. Superato il culmine cessano le cause
che hanno generato l’espansione e segue una fase di recessione durante la quale
si verifica una diminuzione del PIL e della domanda aggregata. Le imprese producono
di meno e aumenta la disoccupazione. Tecnicamente, si è in recessione quando si
registra una diminuzione del PIL per almeno due trimestri consecutivi. In
borsa, la speculazione finanziaria riduce i valori dei titoli e le banche iniziano
a preoccuparsi per la solvibilità dei clienti e tendono a concedere prestiti e
mutui con sempre maggior difficoltà. Le imprese troppo indebitate iniziano a
fallire, licenziano il personale e la disoccupazione cresce ulteriormente.
3.
La fase di depressione. A differenza della recessione, non esiste
una definizione formale di quando un’economia entra in depressione. Comunque, con
il continuo calare del PIL e con l’aumento della disoccupazione, l’economia
sprofonda sempre di più nella depressione. La domanda aggregata diminuisce e le
aziende, con la prospettiva di scarsi profitti, riducono fortemente gli
investimenti; acquistano meno materie prime e semilavorati, che aumentano di prezzo,
e riducono la produzione; così si trovano a dover licenziare il personale e la
disoccupazione aumenta ulteriormente. A causa delle assurde regole di austerità
vigenti nella UE (Trattato di Maastricht del 1992), che comportano vincoli alla
spesa statale, anche nel pubblico si verifica una forte riduzione degli
investimenti. In questa fase di depressione, a causa di un sempre maggior
numero di imprese che falliscono, le banche vedono compromessa la loro
liquidità e negano ulteriori crediti. Ciò porta inevitabilmente ad un aumento
del numero dei fallimenti delle imprese marginali con un ulteriore
aumento della disoccupazione che raggiunge livelli elevati e provoca una ulteriore
sensibile contrazione dei consumi. Non è chiaro il momento in cui si tocca il fondo
della depressione, il punto più basso del ciclo.
4.
La fase di ripresa. Quando si è in una condizione di profonda
depressione l’economia è devastata e fa fatica a ritrovare la ripresa. Per far
sì che il ciclo economico possa riprendere a funzionare occorre attuare una
serie di interventi capaci di promuovere una nuova crescita del PIL, dapprima
lenta e poi sempre più sicura. In generale, per favorire la ripresa occorrono:
a)
politiche
monetarie espansive, per promuovere la crescita degli investimenti, con la
riduzione dei tassi di interesse e la conseguente espansione del credito e
b)
politiche governative espansive (politica fiscale espansiva e aumento della spesa
pubblica), per aumentare la domanda aggregata.
Purtroppo, nell’area
euro non ci sono le condizioni favorevoli ad una ripresa del ciclo economico.
Questo perché le politiche monetarie sono pressochè impossibili, dato che i
tassi di interesse sono già praticamente a zero, e perchè, a causa
dell’austerità imposta dai trattati europei, gli Stati membri non possono
attuare le politiche espansive.
LA
DURATA DEI CICLI
Per quanto riguarda la
durata delle fasi del ciclo economico gli economisti hanno individuato tre
principali modelli:
a)
Il ciclo
breve di Kitchin, che è basato sulle variazioni delle scorte; ha una durata
da 2 – 4 anni;
b)
Il ciclo
medio di Juglar (il ciclo economico vero e proprio), che è basato sulle
variazioni del credito e delle riserve bancarie; ha una durata da 4 – 10 anni;
c)
Il ciclo
lungo di Kondratiev, che è molto più lungo e complesso; ha una durata da 50
– 60 anni. Nella storia dell’umanità e si è verificato circa tre volte.
ULTERIORI
RELAZIONI ECONOMICHE (OLTRE IL CICLO)
Relazione tra
crescita economica e disoccupazione
L’attività economica, con
le sue fasi alterne di espansioni e di contrazioni, mostra un andamento più
complesso del semplice susseguirsi dei cicli economici, suggerendo l’esistenza
di altre relazioni all’interno dell’economia. Ad esempio, i dati empirici
indicano che i cicli economici si sovrappongono ad una tendenza (trend) di
lungo periodo.
In genere, quando
l’economia tende a crescere, si nota che anche l’occupazione tende a crescere. La
relazione tra la crescita della produzione e la variazione del tasso di
disoccupazione è nota come legge di Okun. Secondo tale legge, ad un aumento
dell’ 1 % della produzione (PIL) al di sopra della tendenza si ha un calo della
disoccupazione dello 0,5 %.
Relazione tra
crescita economica e inflazione
In genere, durante la
fase di ripresa economica si nota che l’inflazione tende ad aumentare mentre
durante la fase di recessione, l’inflazione tende a diminuire. Detto in modo
meno formale, una maggiore attività economica esercita una pressione sui
prezzi.
LE
TEORIE DEL CICLO ECONOMICO
Sebbene la definizione
di ciclo economico sia relativamente semplice, per quanto riguarda la durata e l’effetto
delle rispettive fasi c’è un grande dibattito in corso.
Secondo la teoria
Keynesiana, il governo può allentare gli effetti della recessione con la
spesa a deficit: tagliando le tasse ed aumentando le spese.
Secondo la teoria
monetarista il ciclo economico è un concetto piuttosto controverso; la
fasi non sono cicliche ma si devono piuttosto intendere come fluttuazioni
irregolari.
Secondo altre teorie i cicli economici sono
guidati:
a)
da
shock esterni, come l’innovazione o il progresso tecnologico oppure
b)
da
un eccesso di speculazione e dall’aumento smisurato dei capitali bancari
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