ECONOMIA ECOLOGICA ED ECONOMIA TRADIZIONALE, A CONFRONTO - Parte 1
SOMMARIO
Tra economia ecologica ed economia tradizionale esistono importanti differenze di approccio teorico, di metodologie e di strumenti impiegati per lo studio e la risoluzione dei problemi sociali, economici ed ambientali.
Tra economia ecologica ed economia tradizionale esistono importanti differenze di approccio teorico, di metodologie e di strumenti impiegati per lo studio e la risoluzione dei problemi sociali, economici ed ambientali.
Il
presente post, suddiviso in cinque parti, si propone di gettare uno sguardo
panoramico sulle due discipline economiche e di mettere a confronto, sia pure
in modo sintetico ma preciso, gli aspetti che le caratterizzano. Lo scopo è di
far conoscere l’economia ecologica che nasce
essenzialmente come critica dell’economia tradizionale, neoclassica e
neoliberista, oggi dominante.
PARADIGMA TECNOCRATICO
E PARADIGMA DELL’ECOLOGIA INTEGRALE
Il modello socioeconomico attuale, praticamente l’unico a livello planetario, è il paradigma tecnocratico, che si basa sulla teoria economica tradizionale, neoclassica e neoliberista. E’ un paradigma dalla visione antropocentrica, egemonica dell’umanità e della natura, fondato su una filosofia riduzionista e meccanicistica, amorale. E’ un paradigma ingiusto e devastante che mira al consumismo, alla globalizzazione e allo sfruttamento intensivo sia degli uomini che della natura, allo scopo di arricchire smodatamente un’ elite economico finanziaria minoritaria, a scapito di un’ampia fascia di popolazione che sta divenendo sempre più povera. Quello tecnocratico è un paradigma da biasimare anche perché non si preoccupa delle future generazioni umane né degli animali senzienti che hanno il diritto di vivere e di condividere con noi questo pianeta. E’, pertanto, un paradigma socioeconomico da abbandonare al più presto.
Se
vogliamo veramente assicurarci un futuro sostenibile a livello sociale,
politico ed economico occorre che l’umanità sviluppi una maggiore
consapevolezza e maturi una visione positiva, entusiastica e condivisa di un
nuovo stile di vita sostenibile. Se aspiriamo ad un’economia florida, basata
soprattutto sul rispetto reciproco tra gli uomini e su una rinnovata attenzione
verso la natura, dobbiamo passare al paradigma dell’ecologia integrale.
Quest’ultimo è l’unico modello di società possibile; è quello che ci assicura
un’economia prospera e uno sviluppo illimitato ma sostenibile ed è anche l’unica
vera alternativa all’attuale paradigma tecnocratico che impone alla società un
modello di sviluppo che non è sostenibile ancora a lungo.
SCIENZA APPLICATA
“NORMALE” CONTRO SCIENZA COMPLESSA “POST – NORMALE”
Viviamo in una realtà sistemica e complessa, caratterizzata da una forte crisi delle scienze e della filosofia. Siamo assillati da problemi di notevole complessità come: il cambiamento climatico, l’estrema disuguaglianza dei redditi tra ricchi e poveri, i rischi della proliferazione nucleare, le incognite della biotecnologia. Sono tutti problemi caratterizzati da un’elevata ed irriducibile incertezza nei dati, che coinvolgono un contesto sociale carico di valori importanti e conflittuali.
L’economia
ecologica si pone in modo molto
critico rispetto all’approccio scientifico (epistemico) dell’economia tradizionale (una scienza applicata “normale”) e sottolinea
che, in una realtà sistemica e
complessa, la sola razionalità scientifica non basta ad impostare un corretto
processo decisionale. Tra l’altro, questo è uno dei motivi per cui la
scienza economica tradizionale “normale” è incapace di fornire una soluzione
definitiva alle gravi crisi planetarie che affliggono l’umanità.
L’economia
ecologica adotta un diverso
approccio alla gestione dei problemi. Essa non ricerca, a tutti i costi, una
soluzione “vera”, quella giusta in assoluto; questo perchè, è consapevole che, in
una realtà complessa, essa non esiste oppure non è accessibile, a causa delle irriducibili
incertezze sui dati. Non cerca neppure di individuare la soluzione sintomatica
(tipicamente quella tecnologica) che risolve il problema nel breve termine ma che lo peggiora nel medio e lungo termine.
Cerca, piuttosto, di integrare i "fatti" e i "valori" in
una concezione unitaria e di adottare “la qualità” e non “la verità”, come
criterio fondamentale di valutazione delle soluzioni dei temi complessi.
A
tal fine, l’economia ecologica ha
sviluppato nuove strategie risolutive e metodologie innovative particolarmente
adatte a gestire i problemi sistemici e complessi e si propone come scienza della complessità e scienza “post
normale”; l’unica valida alternativa all’economia tradizionale.
CRITERI DI
VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE
Quando la teoria economica tradizionale, neoclassica, si è accorta di non poter più trascurare l’impatto dell’economia umana sull’ambiente biofisico ha creato l’economia ambientale e l’economia delle risorse naturali, due discipline specialistiche, fedeli ai suoi principi. Tuttavia, essendo sue dirette emanazioni, anch’esse studiano il sistema socioeconomico nella sola dimensione simbolico monetaria e presumono di poter monetizzare le esternalità ambientali, con l’obiettivo di estendere le leggi del mercato anche ai beni socio ambientali.
Sia
l’economia ambientale sia l’economia delle risorse naturali ribadiscono che i
progetti che riguardano gli investimenti ambientali pubblici devono essere
giudicati in modo sistematico e razionale e individuano nell’analisi costi–benefici lo strumento idoneo
e imparziale per ottenere la soluzione scientifica del problema, evitando così decisioni
arbitrarie, spesso influenzate da interessi politici.
L’economia
ecologica, che è più attenta alla dimensione
ambientale, biofisica, del processo economico, nega
che le leggi del mercato possano essere estese anche ai beni dell’ambiente e afferma che ogni
valorizzazione monetaria delle esternalità ambientali è una pratica del tutto
arbitraria.
Contesta pertanto l’impiego dell’analisi costi–benefici e ribadisce che ogni decisione ottimale in materia socio
ambientale debba essere adottata al di
fuori della logica del mercato. Ritiene che le soluzioni definitive ad un
problema complesso si possano individuare solamente a livello collettivo e propone, come strumento ottimale per il
processo decisionale, un dialogo onesto e trasparente, su base etica, che approfondisca
tutte le dimensioni: sociali, politiche e scientifiche, del problema e che coinvolga tutte le
componenti sociali (nessuna esclusa) e le diverse forme di conoscenza
(scientifica e umanistica).
Passare
dal paradigma tecnocratico, oggi dominante a livello planetario, al paradigma
dell’ecologia integrale è un’importante transizione, molto difficile ma non
impossibile da conseguire, perché la sua realizzabilità dipende solo dal nostro
livello di consapevolezza. Occorre che una massa critica di persone abbracci la
grande visione del paradigma dell’ecologia integrale, che è un sistema
socioeconomico fondato sui solidi principi
etici della sostenibilità: sufficienza, equità ed efficienza.
Occorre impegnarci con il cuore, la mente e le mani, a realizzare la transizione; serve tanto entusiasmo, fiducia e, soprattutto, perseveranza.
Occorre impegnarci con il cuore, la mente e le mani, a realizzare la transizione; serve tanto entusiasmo, fiducia e, soprattutto, perseveranza.
Alle fondamenta dell’ecologia integrale troviamo l’economia ecologica
dello stato stazionario, che è l’economia per il benessere della gente; è un’economia sostenibile,
il cui principale obiettivo è trovare un’adeguata risposta ai bisogni delle
persone. Esattamente l’opposto dell’attuale economia neoclassica e neoliberista che è unicamente al servizio del capitale e si
concentra sull’immediato profitto di uno sparuto numero di redditieri che,
grazie ai suoi servigi, sta accumulando ricchezze faraoniche, a scapito
dell’intera umanità.
ABSTRACT
Between ecological economics and traditional economics
there are important differences in the theoretical approach, in the
methodologies and tools used for the study and resolution of social, economic
and environmental problems.
The present post, divided into five parts, proposes to
give a panoramic look at the two economic disciplines and to compare, albeit in
a synthetic but precise way, the aspects that characterize them. The aim is to
introduce the ecological economy that was born essentially as a critique of the
traditional, neoclassical and neoliberal economy, which is today dominant.
TECHNOCRATIC PARADIGM AND PARADIGM OF INTEGRAL ECOLOGY
The current socioeconomic model, practically the only one on a planetary level, is the technocratic paradigm, which is based on traditional, neoclassical and neoliberal economic theory. It is a paradigm from the anthropocentric, hegemonic vision of humanity and nature, founded on a reductionist and mechanistic, amoral philosophy. It is an unjust and devastating paradigm that aims at consumerism, globalization and intensive exploitation of both men and nature, in order to immoderately enrich a minority economic and financial elite, to the detriment of a wide segment of population that is always becoming poorer. The technocratic one is a paradigm to blame also because it does not care about future human generations or sentient animals that have the right to live and share this planet with us. It is therefore a socio–economic paradigm to be abandoned as soon as possible.
If we really want to ensure a sustainable future on a
social, political and economic level, humanity must develop a greater awareness
and mature a positive, enthusiastic and shared vision of a new sustainable
lifestyle. If we aspire to a thriving economy, based above all on mutual
respect between men and a renewed focus on nature, we must move on to the
paradigm of integral ecology. The latter is the only possible model of society;
is what assures us a prosperous economy and unlimited but sustainable
development and is also the only real alternative to the current technocratic
paradigm that imposes a development model on society that is not sustainable
for long.
APPLIED SCIENCE "NORMAL" VERSUS COMPLEX
SCIENCE "POST – NORMAL"
We live in a systemic and complex reality, characterized by a strong crisis of sciences and philosophy. We are beset by problems of considerable complexity such as: climate change, the extreme income inequality between rich and poor, the risks of nuclear proliferation, the unknown factors of biotechnology. They are all problems characterized by a high and irreducible uncertainty in the data, which involve a social context full of important and conflicting values.
Ecological economics is very critical with respect to
the scientific (epistemic) approach of the traditional
economy (a "normal" applied science) and emphasizes that, in a systemic and complex reality,
scientific rationality alone is not enough to set a correct decision–making
process. Among other things, this is one of the reasons why traditional
"normal" economic science is incapable of providing a definitive
solution to the serious planetary crises that afflict humanity.
The ecological economy adopts a different approach to
problem management. It does not seek, at all costs, a "real"
solution, the absolute right one; this because, it is aware that, in a complex
reality, it does not exist or is not accessible, due to the irreducible
uncertainties on the data. It does not even try to identify the symptomatic
solution (typically the technological one) which solves the problem in the
short term but which worsens it in the medium and long term. Instead, it seeks
to integrate "facts" and "values" into a unitary conception
and to adopt "quality" and not "truth", as a fundamental
criterion for evaluating solutions to complex issues.
To this end, the ecological
economy has developed new resolutive strategies and innovative
methodologies particularly suited to managing systemic and complex problems and
is proposed as a science of complexity
and “post normal” science; the only viable alternative to the traditional
economy.
ENVIRONMENTAL ENHANCEMENT CRITERIA
When traditional, neoclassical economic theory realized that it could no longer neglect the impact of the human economy on the biophysical environment, it created the environmental economy and the economy of natural resources, two specialized disciplines, faithful to its principles. However, being its direct emanations, they also study the socio–economic system in the single symbolic monetary dimension and presume to be able to monetize environmental externalities, with the aim of extending the laws of the market also to socio–environmental goods.
Both the environmental economy and the economy of
natural resources reaffirm that the projects that concern public environmental
investments must be judged in a systematic and rational way and identify in the
cost–benefit analysis the
appropriate and impartial tool to obtain the scientific solution to the problem
, thus avoiding arbitrary decisions, often influenced by political interests.
The ecological economy, which is more attentive
to the environmental, biophysical dimension of the economic process, denies that the laws of the market can also
be extended to the goods of the environment and states that any monetary
valuation of environmental externalities is a completely arbitrary practice.
It therefore disputes the use of cost–benefit analysis
and reiterates that every optimal
decision on socio–environmental matters must be adopted outside the logic of
the market. Believes that the definitive solutions to a complex problem can
be identified only at the collective level and proposes, as an optimal tool for
decision–making, an honest and transparent dialogue, on an ethical basis, which
deepens all the dimensions: social, political and scientific, of the problem
and that involves all the social components (none excluded) and the different
forms of knowledge (scientific and humanistic).
Moving from the technocratic paradigm, today dominant
at a global level, to the paradigm of integral ecology is an important
transition, very difficult but not impossible to achieve, because its
feasibility depends only on our level of awareness. A critical mass of people
must embrace the great vision of the
integral ecology paradigm, which is a socio–economic system based on solid
ethical principles of sustainability: sufficiency, equity and efficiency.
We need to work with our heart, mind and hands to make the transition; we need a lot of enthusiasm, trust and, above all, perseverance.
We need to work with our heart, mind and hands to make the transition; we need a lot of enthusiasm, trust and, above all, perseverance.
At the foundations of integral ecology we find the ecological economy of
the stationary state, which is
the economy for people's well–being; is a sustainable economy, whose main objective is to
find an adequate response to people's needs. Exactly the opposite of the
current neoclassical and neoliberal economy which is solely to the services of
capital and focuses on the immediate profit of a small number of income earners
(rentiers) who, thanks to his services, are accumulating pharaonic riches, to
the detriment of the entire humanity.
LE DUE TEORIE ECONOMICHE, A
CONFRONTO
Di seguito vengono
descritti e confrontati i principali aspetti che caratterizzano l’economia
ecologica rispetto all’economia tradizionale.
01 Dominio di studio
Economia tradizionale
Il
dominio di studio dell’economia tradizionale, neoclassica e neoliberista, riguarda
le sole transazioni economiche tra i
singoli esseri umani (gli attori economici) che consistono nello scambio di
merci: beni rivali ed esclusivi, soggetti all’istituto della proprietà, prodotti
dall'attività economica umana e destinati a soddisfare i bisogni umani.
L’economia
tradizionale non si occupa delle relazioni tra gli uomini ed il loro ambiente (l’ecosistema)
e, in particolare, delle relazioni con gli altri esseri viventi con i quali condividiamo
il pianeta. Per la teoria economica
tradizionale, infatti:
a) l’ unico ingresso
al processo economico è il lavoro umano (se si esclude il capitale artificiale,
che è lavoro umano accumulato), dato che le risorse naturali non apportano
alcun contributo di valore economico;
b) l’ unico
prodotto finale del processo economico sono i beni e i servizi prodotti e poi
consumati all’interno dell’economia.
L'economia tradizionale considera la Natura come un fattore esterno all’attività economica dell’uomo, quasi uno sfondo immobile sul quale si svolge l’esistenza umana e la sua attività economica. Nella sua visione preanalitica, la teoria economica tradizionale considera l’attività economica umana solamente nella sua dimensione simbolica, monetaria, e la vede come un flusso di valore di scambio che circola all’infinito, lungo un percorso chiuso, tra le imprese e le famiglie.
Nell’economia
tradizionale, le risorse naturali hanno
un ruolo del tutto passivo e non partecipano al processo economico. Il
concetto di energia è inesistente mentre la “materia” non ha nulla a che vedere
con la sostanza fisica che cade sotto la
nostra esperienza reale e che è soggetta ai principi della termodinamica. Essa è
solo un’idealizzazione, un supporto inerte, indifferenziato, infinitamente
modellabile che, nella fase di produzione del ciclo economico, acquista il
valore di scambio dai fattori produttivi (lavoro umano e capitale artificiale)
ed assume le caratteristiche di un bene capace di soddisfare i bisogni umani. Successivamente,
nella fase di consumo del bene, quella stessa “materia” perde il valore di
scambio, precedentemente acquisito, e torna nelle identiche condizioni indifferenziate
originarie, pronta a ricevere un nuovo valore di scambio e a ripetere il
processo all’infinito.
La
teoria economica tradizionale ignora che il sistema socioeconomico umano è un
sistema complesso e multidimensionale. In particolare, ignora l’esistenza della
sua dimensione biofisica, nella quale l’economia umana consiste nello scambio
di un transflusso entropico di materia e di energia tra il sottosistema socioeconomico
e l’ambiente (ecosistema) che lo racchiude completamente.
L’economia ambientale e l’economia
delle risorse naturali
Quando
l’economia tradizionale si è accorta di non poter più trascurare l’impatto dell’economia
umana sull’ambiente, ha creato due nuove discipline: l’economia ambientale e
l’economia delle risorse naturali. Esse sono delle specializzazioni
dell’economia neoclassica tradizionale perchè estendono il campo di analisi
allo studio dell'ambiente, conservando però gli stessi principi fondamentali. Anch’esse,
infatti, studiano il sistema socioeconomico nella sola dimensione simbolico
monetaria, e adottano la stessa logica privatistica dell’economica tradizionale
neoclassica, con l’obiettivo di estendere
l’istituzione del mercato e il suo sistema dei prezzi (molto efficiente
nell’allocare i beni privati) anche ai beni dell’ambiente, che sono beni collettivi
(comuni o pubblici), non soggetti all’istituto della proprietà.
In
particolare, l’economia delle risorse naturali estende il campo di studio dell’economia tradizionale alle interazioni
tra l’economia umana e il suo ambiente biofisico o ecosistema (unione tra
biosfera e sfera inorganica), dal quale essa preleva le risorse naturali (materia
ed energia a bassa entropia) per alimentare i propri processi produttivi.
L’economia
ambientale approfondisce i problemi di interfaccia tra l’economia umana e il
suo ambiente biofisico, dove però qui l’ambiente è il bacino ricettivo dei
rifiuti (ad alta entropia) prodotti dai processi produttivi.
L’economia ecologica, una nuova scienza socio–ecologica
L’economia
ecologica è, a tutti gli effetti, una nuova disciplina economica, con idee e
concetti del tutto innovativi. Essa si propone essenzialmente come un’economia
socio–ecologica perchè si interroga sui fattori sociali e istituzionali che
stanno alla base dei problemi economici e che si riflettono sull’ambiente e
ricerca modi per gestirli.
Il
dominio dell’economia ecologica si estende all’intero ecosistema (unione tra
biosfera e sfera inorganica). La disciplina si occupa delle interrelazioni e
interconnessioni tra tutti gli esseri viventi, umani inclusi, e tra questi e i processi biogeochimici della sfera
inorganica. Essa studia le condizioni
di vita e di sopravvivenza dei sistemi ambientali, economici, sociopolitici, istituzionali e culturali e
adotta un approccio sistemico,
transdisciplinare, a lungo termine, che valorizza
i beni socio ambientali tenendo sempre presenti gli interessi di tutta la
comunità.
INDICE
ECONOMIA ECOLOGICA
ED ECONOMIA TRADIZIONALE, A CONFRONTO – Parte 1
Sommario
Le due teorie economiche, a confronto
01 Dominio di studio
ECONOMIA ECOLOGICA
ED ECONOMIA TRADIZIONALE, A CONFRONTO – Parte 2
02 Caratteristiche di base
03 Visione preanalitica
04 Approccio cognitivo
ECONOMIA ECOLOGICA
ED ECONOMIA TRADIZIONALE, A CONFRONTO – Parte 3
05 Approccio decisionale
06 Dimensioni del sistema economico
07 Modalità dell’attività economica
08 Cornice temporale
09 Finalità dell’attività economica
10 Aspetti etici
ECONOMIA ECOLOGICA
ED ECONOMIA TRADIZIONALE, A CONFRONTO – Parte 4
11 Gestione delle incertezze
12 Gestione dei valori
13 Obiettivo macroeconomico primario
14 Il mercato e il sistema dei prezzi
15 Obiettivo microeconomico primario
16 Rendimenti decrescenti dell’economia
ECONOMIA
ECOLOGICA ED ECONOMIA TRADIZIONALE, A
CONFRONTO – Parte 5
17 Risorse naturali non rinnovabili
18 Indicatori della contabilità nazionale
19 Rapporto con la tecnologia
20 La valorizzazione dell'ambiente
QUADRO SINOTTICO
(continua)
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