DALLA CRESCITA CONTINUA ALL'ECONOMIA DELLO STATO STAZIONARIO – PARTE 2


L’economia finanziaria

Per sostenere, nel tempo, l’aumento dei costi dei prodotti energetici finali occorre poter fare affidamento su una crescente domanda di energia a basso costo ma, come si è visto, a partire dagli anni ’80, per sostenere la domanda di energia e quindi la crescita economica, non ci si può più basare su una crescente offerta di petrolio a buon mercato. Come alternativa, per rendere accessibile ai consumatori un’ energia che altrimenti non si potrebbero permettere, si è scelto di ricorrere all’economia finanziaria, con la creazione di una crescente quantità di debito, a tassi di interesse sempre più bassi.

Per definizione, il debito è un impegno formale con il quale il debitore promette di restituire, in futuro, al creditore una somma di denaro superiore a quella che gli è stata concessa, che corrisponde al debito più gli interessi. Il ricorso metodico al debito comporta dunque un’economia che deve necessariamente essere caratterizzata da una crescita continua che, come ora ben sappiamo, è possibile solo se è supportata da una crescita continua di energia disponibile.

L’economia delle bolle finanziarie è un modo per aggiungere grandi quantità di debito e nascondere il problema energetico. A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, l’economia assiste ad un susseguirsi a ripetizione di bolle finanziarie che nascono, crescono e, giunte ad una certa dimensione, vengono inesorabilmente fatte scoppiare, come uno dei modi di rifiuto del debito. L’ultima bolla finanziaria, di rilevante importanza, è stata quella dei mutui subprime, il cui scoppio ha innescato la Grande Recessione USA del 2007 / 2008, che poi si è diffusa in gran parte del mondo.

Sebbene il picco di produzione mondiale del petrolio si sia verificato nel 2005, già dal 2003 i prezzi del petrolio avevano cominciato a crescere, tanto che la FED, la Banca Centrale USA, per limitare la volatilità dei prezzi del petrolio e, legati ad essi, dei prezzi dei generi alimentari, si è trovata costretta ad alzare i tassi di interesse di riferimento. Questo provvedimento, insieme all’aumento dei prezzi del petrolio ha impedito, alla fascia più debole degli americani (subprime), di pagare le rate dei mutui sulla casa. Si è così giunti allo scoppio della gigantesca bolla immobiliare che da anni si stava gonfiando, portando tutto il Paese in Recessione.


La fragilità del sistema finanziario

Nessuno sa con precisione quando la produzione mondiale di petrolio, di tutti i tipi, comincerà a diminuire. E’ comunque un fatto che oggi l’offerta mondiale di petrolio è praticamente stazionaria; però, siccome nazioni come la Cina, l'India e i Paesi esportatori di petrolio stanno consumando una quota sempre maggiore di petrolio, ciò significa che i Paesi sviluppati, importatori di petrolio, come gli Stati Uniti, l’Europa ed il Giappone, ne hanno a disposizione una quantità sempre inferiore.

Secondo la legge di Liebig, nota anche come la legge del minimo, ogni crescita non è controllata dall'ammontare totale delle risorse naturali disponibili, ma dalla disponibilità di quella più scarsa. E' sufficiente che una sola risorsa essenziale inizi a venir meno per bloccare l’intero processo. Insomma, la carenza di approvvigionamento di petrolio, che è una risorsa strategica per la crescita dell’economia mondiale, diventa l’innesco di ben più gravi conseguenze.

Con un probabile scenario futuro caratterizzato da una sempre minore disponibilità annua di energia a livello mondiale, l’economia globale cesserà di crescere materialmente ed entrerà in una recessione praticamente continua, che solleciterà al massimo il sistema finanziario. Ciò a causa della sua particolare vulnerabilità, essendo stato progettato per funzionare in un’economia che, per necessità, deve continuamente crescere per poter assicurare che, in futuro, ci sia una maggiore ricchezza, per ripagare il debito di oggi più gli interessi. L’impatto si manifesterà in termini di un aumento delle insolvenze sui debiti e di una conseguente stretta creditizia. Ne soffrirà molto il commercio internazionale e, in particolare, saranno colpiti tutti i Paesi dell’eurozona i quali, a causa della struttura dell’euro, sono obbligati a puntare soprattutto sulle esportazioni per sostenere la loro economia.

La diminuita disponibilità di energia (per la legge del minimo) e la globalizzazione, che ha interconnesso in modo rigido e pertanto fragile i diversi sistemi strategici (petrolio, elettricità, cibo, finanze, commercio internazionale, internet, sanità, pensioni, ecc.) sono i principali fattori che stanno guidando l’intero sistema socioeconomico verso una situazione molto critica.



Conclusioni

Il sistema socioeconomico mondiale possiede una struttura complessa che evidenzia lo stretto legame tra i limiti dell’offerta di petrolio (e di combustibili fossili in genere), le crescenti insolvenze del debito e la recessione economica.

Sembra proprio che l’economia finanziaria mondiale (grazie alla creazione di un enorme flusso di moneta) sia orientata a percorrere la strada delle bolle del credito a ripetizione. Proprio adesso, i dati ci indicano che sta crescendo un’altra bolla del debito, che sta già mostrando segnali di tensione. E’ una situazione molto preoccupante perché potrebbe iniziare a scoppiare, a partire dalle aree più deboli del mondo, le quali sarebbero le prime ad entrare in una nuova recessione.

A causa della sua natura complessa, fortemente interconnessa e non lineare, è impossibile prevederne la dinamica e determinare l’esatto momento in cui i preannunciati eventi negativi inizieranno a manifestarsi in modo inequivocabile ed evidente per tutti. Comunque, ciò che si può affermare con certezza è che dipenderà solo da noi se, tra un paio di decenni, la nostra società sarà prospera, sostenibile e giusta; ben diversa da quella che conosciamo ora. Tutti noi dobbiamo essere consapevoli della nostra responsabilità individuale; dell’importanza che il nostro comportamento di oggi ha nel creare il futuro dell’intera società.

In un prossimo futuro, la mancanza di un crescente flusso di energia ci impedirà di continuare a crescere materialmente e indefinitamente. Siamo ancora in tempo ad agire, se non per evitare almeno per mitigare le terribili conseguenze alle quali il nostro sistema socioeconomico sarà sottoposto, a causa del nostro attuale insensato e irresponsabile comportamento.

Dobbiamo abbandonare immediatamente l’attuale paradigma tecnocratico e passare al paradigma dell’ecologia integrale. Dobbiamo passare dall’economia della crescita illimitata all’economia dello stato stazionario, caratterizzata dallo sviluppo sostenibile; una forma di sviluppo economico che assicura prosperità e giustizia sociale nel lungo termine. Il nuovo sistema socio economico sarà costituito da elementi strategici modulari, ridondanti, interconnessi da una fitta rete di relazioni sociali altamente dinamica, secondo il modello della Transizione, che gli conferirà elevata resilienza e caratteristiche di rilocalizzabilità, almeno per le merci e i beni primari. Con un sistema socioeconomico così ristrutturato, la comunità locale potrà acquisire la capacità di reagire prontamente agli shock esterni, senza subire danni permanenti, e potrà dotarsi di un’intelligenza collettiva capace di individuare le soluzioni più pertinenti a problemi inaspettati.

L’invito, rivolto a tutti, è di uscire dalle proprie case e incontrare gli altri. E’ importante informarsi, confrontarsi e approfondire la conoscenza dei temi sociali, politici ed economici. Dobbiamo essere mentalmente aperti e disponibili a mettere in discussione e cambiare la nostra visione del mondo, il modo di pensare, il nostro attuale stile di vita. Soprattutto dobbiamo impegnarci attivamente a livello della nostra comunità locale per dare un sostegno, sia di idee che di incoraggiamento, ai rappresentanti politici che abbiamo eletto affinchè portino avanti con perseveranza ed entusiasmo le istanze per la Transizione verso un nuovo paradigma socio politico economico: quello dell’ecologia integrale. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro futuro benessere e, soprattutto, quello dei nostri figli e nipoti è nelle nostre mani; dipende da ciò che tutti noi vogliamo fare adesso, strettamente raccolti attorno alla nostra comunità.


Appendice

Per i pensatori sistemici ecco il Causal Loop Diagram (CLD), che mostra la mappa (semplificata) della struttura sistemica del problema, dalla quale si evince la curiosa dinamica (volatilità) del prezzo del petrolio.




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