CONOSCERE LE FALLACIE, PER DIFENDERSI – Parte 1
SOMMARIO
In questo
post, suddiviso in quattro parti, si traccia una panoramica generale delle
fallacie; cioè di quei
ragionamenti che appaiono psicologicamente persuasivi ma che, in seguito ad un esame più approfondito, si dimostrano
errati e ingannevoli.
Esistono diversi
tipi di fallacie ma non esiste ancora una loro definitiva classificazione. Qui
vengono presentate le principali tra quelle oggi identificate; pur consapevoli
che non si tratta di un elenco esaustivo. Alcune fallacie sono classificate
secondo l’approccio tradizionale in: linguistiche, induttive e di
presupposizione. Altre invece sono suddivise in fallacie formali e non formali,
secondo un approccio più moderno, che fa riferimento alle regole di inferenza
della moderna logica formale. Per ogni fallacia, vengono forniti uno o più esempi, per
una loro migliore comprensione.
Le fallacie sono argomentazioni
ingannevoli, a volte involontarie ma molto spesso intenzionali e subdole, che sfruttano gli oscuramenti e le distorsioni cognitive della
mente umana per manipolare la gente. Sono frequentemente impiegate dalla classe
dirigente economica, politica, finanziaria (la cosiddetta elite), dai
comunicatori mediatici (giornalisti, testimonial) e dall’industria della
pubblicità, per convincere il cittadino, elettore e consumatore, a votare per
un dato partito o ad acquistare un determinato prodotto. Si può affermare che
l’argomentazione per fallacie sia diventata una vera e propria abitudine
comunicativa e non c’è da stupirsi se la maggior parte dei dogmi e delle argomentazioni
convincenti dell’economia, della finanza
e della politica oggi sono basati su argomentazioni fallaci.
Si comprende dunque quanto
sia importante, per ogni cittadino, saper riconoscere i vari tipi di fallacie
ed essere consapevole di come vengono impiegate nei discorsi delle elite. La
conoscenza di questi ingannevoli artifici di comunicazione ci fornisce un
potente mezzo di difesa. Ci impedisce di cadere nelle trappole argomentative degli
imbonitori e ci dà la possibilità di neutralizzarle. Conoscere le fallacie ci solleva
da quello strano senso di suggestione che si prova quando l’argomentazione
proposta ci “appare” ragionevole ma l’istinto ci avverte che c’è qualcosa che
non va. La padronanza delle fallacie ci restituisce la dignità di cittadini liberi
e consapevoli, capaci di interloquire alla pari con le classi dirigenti.
ABSTRACT
In this post, divided into four parts, we draw a general overview of the
fallacies; those reasonings that appear psychologically persuasive but which,
following a more detailed examination, prove to be wrong and deceptive.
There are different types of fallacies but their final classification
does not yet exist. Here we present the main ones identified today; while being
aware that this is not an exhaustive list. Some fallacies are classified
according to the traditional approach in: linguistic, inductive and
presupposition. Others are divided into formal and non-formal fallacies,
according to a more modern approach, which refers to the rules of inference of
modern formal logic. For each fallacy, one or more examples are given, for a
better understanding.
Fallacies are deceptive arguments, sometimes involuntary but very often intentional and devious, which exploit the obscurations and cognitive distortions of the human mind to manipulate people. They are frequently employed by the elites: by the economic, political, financial (elite) ruling class, by the media communicators (journalists, testimonials) and by the advertising industry, to convince the citizen, voter and consumer, to vote for a given party or to buy a certain product. It can be said that the argument for fallacies has become a real communicative habit and it is not surprising that most of the dogma and convincing arguments of economics, finance and politics today are based on fallacious arguments.
It is therefore clear how important it is, for each citizen, to know how to recognize the various types of fallacies and to be aware of how they are used in elite speeches. The knowledge of these deceptive communication devices gives us a powerful means of defense. It prevents us from falling into the argumentative traps of the hucksters; it gives us the possibility of neutralizing them. Knowing the fallacies raises us from that strange sense of suggestion that comes when the proposed argument "appears" reasonable to us but instinct warns us that something is wrong. The mastery of fallacies gives us back the dignity of conscious and free citizens, able to converse on a par with the ruling classes.
Fallacies are deceptive arguments, sometimes involuntary but very often intentional and devious, which exploit the obscurations and cognitive distortions of the human mind to manipulate people. They are frequently employed by the elites: by the economic, political, financial (elite) ruling class, by the media communicators (journalists, testimonials) and by the advertising industry, to convince the citizen, voter and consumer, to vote for a given party or to buy a certain product. It can be said that the argument for fallacies has become a real communicative habit and it is not surprising that most of the dogma and convincing arguments of economics, finance and politics today are based on fallacious arguments.
It is therefore clear how important it is, for each citizen, to know how to recognize the various types of fallacies and to be aware of how they are used in elite speeches. The knowledge of these deceptive communication devices gives us a powerful means of defense. It prevents us from falling into the argumentative traps of the hucksters; it gives us the possibility of neutralizing them. Knowing the fallacies raises us from that strange sense of suggestion that comes when the proposed argument "appears" reasonable to us but instinct warns us that something is wrong. The mastery of fallacies gives us back the dignity of conscious and free citizens, able to converse on a par with the ruling classes.
GENERALITA’
Definizione di argomentazione
Diamo prima di tutto la
definizione di argomentazione. Un’argomentazione (o ragionamento) è un insieme
di proposizioni delle quali una è dichiarata vera (la conclusione) se:
a)
sono
vere tutte le proposizioni (le premesse) che vengono proposte come ragioni a
sostegno della verità della conclusione e
b)
il
processo argomentativo è valido; ossia se il ragionamento è costruito nel
rispetto delle regole di inferenza in modo che, partendo da proposizioni
antecedenti (premesse) tutte vere, si giunge a proposizioni conseguenti
(conclusioni) vere (coerenza logica).
La validità di un’argomentazione è dunque una cosa ben
diversa dalla verità delle proposizioni che enunciano gli argomenti; ed è
fondamentale tenere ben distinte le due cose.
Le fallacie
Etimologicamente, la parola “fallacia” deriva
dal latino “fallere” che significa sbagliare. In logica:
si definiscono
“fallacie” tutte quelle forme di ragionamenti ingannevoli che appaiono
psicologicamente persuasivi ma che, in seguito ad
un esame più approfondito, si dimostrano errati.
Le fallacie sono errori
argomentativi che si possono far risalire a:
- premesse false,
- uso improprio delle forme linguistiche,
- uso improprio dell’induzione,
- inclusione delle conclusioni già direttamente nelle premesse,
- violazione delle regole inferenziali della logica formale,
- insufficienza, irrilevanza o assenza, nelle premesse, delle ragioni addotte a sostegno della conclusione,
- inclusioni di dati ed elementi non pertinenti per una corretta argomentazione.
In diversi ambiti, come quelli politici ed economici, la comunicazione ai cittadini (elettori e consumatori) è ricca di fallacie ossia di ragionamenti creati e proposti al pubblico attraverso i media, che li amplificano e li diffondono dappertutto, per suggestionare la gente e convincerla ad aderire ad una certa idea politica oppure ad acquistare un determinato prodotto. Le fallacie vengono artatamente create per bypassare i filtri della mente razionale e persuadere la gente, blandirla e plagiarla, agendo direttamente sul cervello inconscio, quello emotivo.
Insomma, le fallacie
sono forme argomentative false e non valide, studiate ad arte, che derivano da
un problema logico linguistico:
- sono false perché le proposizioni con le quali si enunciano gli argomenti a sostegno della propria tesi (le premesse) sono false o irrazionali
- non sono valide perché contengono, spesso ad arte, degli errori logici, generalmente molto sottili e nascosti, che violano le regole logiche formali sul modo in cui le premesse implicano la conclusione, in un confronto argomentativo corretto.
Serve la padronanza delle fallacie e una riflessione
razionale più approfondita per risolvere la difficoltà intellettuale e
dissolvere il nostro turbamento. Finalmente comprendiamo l’inganno e la
manipolazione che si cela nel ragionamento e proviamo una sensazione di
libertà. Avere una buona padronanza delle fallacie, è un “must”, è un dovere
irrinunciabile perché è un potente strumento di difesa nelle nostre mani, che
ci permette di:
- riconoscere e dare un nome alla fallacia, per razionalizzare le dinamiche dialettiche in corso e quindi padroneggiare quella strana sensazione di impotenza;
- capire perché l’argomentazione del nostro interlocutore non è vera o non valida e
- tener testa all’argomentazione fallace, per mantenere il confronto ad un livello di dialogo onesto e trasparente.
Un buon oratore
riesce quasi sempre a manipolare il pubblico e a persuaderlo circa la validità
della sua tesi (che, ovviamente, ad una più attenta analisi, si rivela
logicamente erronea), magari strappando anche un applauso. Questo perché, in
genere, l’uditorio è sempre poco preparato sugli argomenti trattati e non è
consapevole delle fallacie che vengono utilizzate in modo subdolo per
raccogliere il consenso.
Con il passare del tempo,
diverse fallacie sono scomparse dato che, con la progressiva crescita di
consapevolezza, la gente ora le riconosce razionalmente e le contesta. Però,
sebbene alcune di esse siano state rimpiazzate da tipologie più moderne, vi
sono ancora molte fallacie che rimangono ben radicate e sfuggono al giudizio
critico della gente (molti oscuramenti cognitivi sono riconducibili a esse).
Nella comunicazione
contemporanea si fa ampio uso dei ragionamenti fallaci che quasi mai intendono
far leva sulla razionalità dell’interlocutore ma preferiscono puntare sulla sua
emotività e sull’analfabetismo funzionale, tanto diffuso, per sfruttare e
manipolare l’opinione pubblica. Per essere ancora più convincenti, si giunge
perfino a mostrare dati statistici, graficamente ben organizzati in tabelle,
con una grafica ineccepibile, che però, ad una più attenta analisi si rivelano
per quello che sono: solo numeri, spesso molto diversi da autore ad autore, mezze
informazioni che non trasmettono le caratteristiche delle variabili statistiche
che si vogliono rappresentare. Si deve ricordare che una
variabile statistica (aleatoria) è caratterizzata da un insieme di proprietà, tra le quali: media, moda, mediana, percentili, campo di
variazione, varianza, coefficiente di curtosi, ecc. Pertanto, rappresentare una
variabile statistica con un solo numero (generalmente la media) dice ben poco
su quella variabile. In pratica si buttano lì dei numeri non tanto per fare chiarezza quanto invece per suggestionare, per convincere, con
l’inganno, lo sprovveduto interlocutore sulla bontà della tesi che si intende
proporre. Non è raro che i politici e i giornalisti, dopo aver
letto un “pizzino” preparato dal loro team di sostegno, vengono rapiti dall’effetto Dunning–Kruger 2 e
partono in quarta a sciorinare tutto lo scibile, con una sicumera che lascia
impressionati gli ascoltatori.
NOTA 1. L’analfabetismo
funzionale è un fenomeno sociale di particolare gravità. In pratica, gli
analfabeti funzionali sono individui che, pur sapendo leggere e scrivere, non
riescono ad analizzare in modo critico le informazioni e gli articoli condivisi
sulla rete e ad interpretare la realtà che li circonda e pertanto sono
particolarmente inclini ad accettare, in modo acritico, tutto ciò che leggono o
che viene detto loro.
NOTA 2. L’effetto
Dunning–Kruger è una distorsione cognitiva, secondo la quale un individuo
poco esperto in un dato campo dello scibile umano, tende a sopravvalutare le proprie
abilità e conoscenze in
quel campo e, a torto, si auto valuta super esperto o comunque
molto più esperto di quanto lo sia realmente. Il risultato è l’assunzione di un
atteggiamento sicuro di sé, arrogante e di presuntuosa superiorità, che però aggiunge
poco o nessun valore (anzi, lo toglie) ad un dialogo serio tra persone realmente
esperte in quel campo.
Classificazione delle fallacie
Vi sono diversi tipi di
fallacie e la loro classificazione non è ancora un argomento ben consolidato,
anzi, è un tema ancora aperto. Tuttavia oggi si
possono grossolanamente distinguere due modi di classificare le fallacie:
a)
La
classificazione tradizionale
b)
La
classificazione moderna
QUADRO SINOTTICO
DELLE PRINCIPALI FALLACIE
CONOSCERE LE FALLACIE PER DIFENDERSI – Parte
1
|
|
CLASSIFICAZIONE TRADIZIONALE DELLE FALLACIE
|
|
Fallacie linguistiche di ambiguità
|
|
1
|
Vaghezza
|
2
|
Equivocazione
|
3
|
Anfibologia
|
4
|
Pensiero doppio
|
Altre fallacie linguistiche
|
|
5
|
Fallacia di accento
|
6
|
Fallacia di
composizione
|
7
|
Fallacia di divisione
|
CONOSCERE LE FALLACIE
PER DIFENDERSI – Parte 2
|
|
Fallacie non linguistiche
|
|
|
Fallacie induttive
|
8
|
Generalizzazione
impropria
|
9
|
Generalizzazione
statistica impropria
|
10
|
Analogia impropria
|
11
|
Fallacia dello
scommettitore
|
12
|
Fallacia dell’evidenza
soppressa
|
|
Fallacie di presupposizione
|
13
|
Ragionamento circolare
|
14
|
Domanda complessa
|
15
|
Conclusione fuorviante
|
16
|
Falsa causa
|
17
|
Fallacia naturalistica
|
18
|
Argomento fantoccio
|
CONOSCERE LE FALLACIE
PER DIFENDERSI – Parte 3
|
|
CLASSIFICAZIONE
MODERNA DELLE FALLACIE
|
|
Fallacie formali
|
|
19
|
Affermazione del
conseguente
|
20
|
Negazione dell’antecedente
|
21
|
Falsa dicotomia
|
22
|
Argomentazione a
catena
|
Fallacie non formali
|
|
|
Fallacie di pertinenza (o di rilevanza)
|
23
|
Attacco
alla persona illecito
|
24
|
Attacco
alla persona per cattiva condotta
|
25
|
Attacco
alla persona per interesse
|
26
|
Attacco
alla persona per conoscenze sospette
|
27
|
Appello
all’autorità
|
28
|
Appello
al giudizio
|
29
|
Appello
alla modestia
|
30
|
Appello
all’ignoranza
|
31
|
Fallacia
della brutta china
|
32
|
Diversione spiritosa
|
CONOSCERE
LE FALLACIE PER DIFENDERSI – Parte 4
|
|
Fallacie che
fanno appello alle emozioni o ai sentimenti
|
|
33
|
Ricorso al bastone
|
34
|
Appello alla paura
|
35
|
Appello alla compassione
|
36
|
Appello alla popolarità
|
37
|
Appello alla
tradizione
|
Fallacie causali
|
|
38
|
Fallacia del cecchino
texano
|
CLASSIFICAZIONE TRADIZIONALE
DELLE FALLACIE
La fallacie sono modi di argomentare erronei nei quali si
cade tutte le volte in cui, per negligenza o disattenzione, ma anche
intenzionalmente, per ingannare l’interlocutore, si usa un linguaggio ambiguo, si
fa un uso improprio
delle forme linguistiche, oppure si argomenta in assenza di sufficienti
informazioni che impediscono di accertare
la verità delle premesse, la loro pertinenza e la plausibilità della
conclusione. Le
fallacie tradizionali
si distinguono in:
- Fallacie linguistiche
- Fallacie non linguistiche
Fallacie linguistiche
Le fallacie linguistiche o semantiche sono un tipo di fallacie (già riconosciute da Aristotele) legate all’uso delle parole. Si distinguono in:
-
fallacie linguistiche
di ambiguità,
perché derivano dall'uso ambiguo delle parole e
-
altre fallacie
linguistiche,
perché connesse all’uso improprio delle forme linguistiche
Fallacie
linguistiche di ambiguità
Le fallacie di ambiguità sono le fallacie linguistiche che derivano
dall’uso:
- di termini che possono avere più di un significato,
- di un linguaggio troppo vago,
- di enunciati che contrastato l’uno con l’altro
Si distinguono i seguenti tipi di fallacie:
- Vaghezza. E’ una fallacia dovuta all’uso di un linguaggio e di termini dal significato troppo vago, per la mancanza di criteri rigorosi nell’uso corretto delle parole.
- Esempio 1. “Le persone sensibili leggono libri di poesie. Io sono una persona sensibile; dunque devo leggere libri di poesie”. Si usa la parola “sensibile” in modo troppo vago, senza una precisa definizione.
- Equivocazione. Si commette una fallacia di equivocazione quando, in un’argomentazione, si usano inconsapevolmente oppure deliberatamente delle forme linguistiche incerte o si equivoca con le parole che possono avere significati molteplici.
- Esempio 1. “Riccardo odia le cose che odorano. I cuochi odorano i cibi ogni giorno. Dunque Riccardo odia i cuochi!”
- Anfibologia (dal greco discorso incerto o ambiguo). E’ un tipo di argomentazione che contiene un’ambiguità sintattica (nel modo in cui le parole sono legate fra loro) o semantica (di significato delle parole) che è interpretabile in modi diversi, a seconda di come la si legge. Oggi è una fallacia solo teorica perché tutti la possono facilmente rilevare.
- Esempio 1. “600 contro un albero. Tutti morti”. E’ il titolo di un giornale; si nota l’uso dell’ambiguità semantica.
- Esempio 2. “Posso sollevare un uomo con una mano sola”. In questa frase, l’ambiguità è sintattica.
- Pensiero doppio. E’ una fallacia dove un enunciato annulla l’altro; si dice tutto e nulla.
- Esempio 1. “I racconti sono lunghi e corti”.
Altre fallacie linguistiche
Sono fallacie che dipendono
dall’uso improprio delle forme linguistiche:
- Fallacia di accento. E’ una forma di ragionamento che porta a conclusioni erronee a causa dello spostamento di accento da una parola all’altra.
- Esempio 1. “Il mio capo ha sempre ragione”. Si noti come, a seconda dello spostamento di accento da una parola all’altra, la frase possa significare: a) che è vietato contestare il capo perché altrimenti sono guai oppure b) che il capo è un tipo in gamba, che non sbaglia mai.
- Fallacia di composizione. Generalmente parlando, è impossibile derivare direttamente il comportamento di un sistema complesso, composto da più parti interconnesse e interdipendenti che interagiscono tra di loro in modi non lineari, a partire dal comportamento delle sue parti componenti, prese separatamente. La dinamica, cioè il comportamento del sistema, come un tutto, emerge da un processo dinamico non lineare, di ordine superiore che, per l’appunto, prende il nome di “emergenza”. Attraverso il processo dell’emergenza il sistema, inteso nella sua interezza, acquisisce nuove proprietà e leggi di comportamento che non sono ricavabili dalle proprietà e dai comportamenti delle sue parti costituenti. Costituisce una fallacia di composizione il credere che le proprietà di un’entità, presa nella sua interezza, siano direttamente ricavabili come somma delle proprietà delle sue parti, prese isolatamente. Anche se, in qualche caso, ciò può essere vero, in generale non c’è alcun motivo logico per cui il tutto debba essere la somma delle sue parti componenti, prese isolatamente. Di seguito vengono riportati alcuni esempi di fallacie di composizione.
- Esempio 1. “Gli atomi sono invisibili, quindi tutto ciò che è fatto di atomi è invisibile”.
- Esempio 2. “Chi si alza in piedi durante una partita di calcio ha una visibilità migliore, quindi se tutti si alzano in piedi, tutti avranno una visibilità migliore”.
- Esempio 3. “Il corridore che corre più velocemente vince la gara, quindi se tutti i corridori corrono più velocemente, tutti vinceranno la gara”.
- Esempio 4. “Un cittadino, è virtuoso se spende meno del suo reddito. Quindi lo Stato (l’insieme di tutti i cittadini) è virtuoso se spende meno di quanto preleva attraverso le tasse.” E’ l’argomentazione del buon padre di famiglia, tanto cara all’economia tradizionale. E’ chiaramente un’argomentazione erronea in quanto si basa sul concetto che lo Stato (un’entità di livello globale) possieda le stesse proprietà e i comportamenti delle sue parti componenti (singole aziende e cittadini).
- Esempio 5. “Uno Stato che vuole arricchirsi e prosperare, ogni anno, deve chiudere in surplus la bilancia commerciale con l’estero (deve esportare più merci e servizi di quanti ne importa). Pertanto, per avere un’economia mondiale prospera, tutti gli Stati, ogni anno, devono chiudere in surplus la loro bilancia commerciale con l’estero.” E’ la tesi mercantilistica; una tesi del tutto erronea perché il complesso di tutti i Paesi non può evidentemente chiudere il suo bilancio con un netto di esportazioni. A livello globale, per necessità contabile, le esportazioni devono compensare esattamente le importazioni.
- Fallacia di divisione. E’ la fallacia opposta a quella di composizione. La si commette quando, date le caratteristiche osservate su un’entità, presa nella sua interezza (in premessa), le stesse vengono estese anche alla sue singole parti componenti (in conclusione). Sebbene, in qualche caso, ciò possa essere vero, in generale non c’è alcun motivo logico per cui le singole parti di un insieme, prese isolatamente, debbano possedere le stesse proprietà del sistema inteso nella sua interezza. Ecco alcuni esempi classici di fallacie di divisione.
- Esempio 1. “Il prof X è un luminare perchè insegna in un’università prestigiosa”. Si assume illecitamente che le singole parti componenti un sistema abbiano caratteristiche e comportamento simili al sistema, preso nella sua interezza.
- Esempio 2. “L’acqua è una sostanza che ha la proprietà di essere bagnata; quindi anche gli ' atomi ' di acqua sono bagnati”. Dalla teoria atomistica di Anassagora, un filosofo greco antico (496 – 428 a.C.), il quale sosteneva che gli atomi di una particolare sostanza dovessero avere tutte le proprietà di un campione macroscopico della stessa.
(continua)
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