CONOSCERE LE FALLACIE, PER DIFENDERSI – Parte 3


Per il cittadino consumatore ed elettore, la padronanza delle fallacie è un potente strumento di difesa dalle trappole argomentative dei ciarlatani, perché permette di riconoscerle nei discorsi e di neutralizzarle in tempo. Rispondere a tono alle argomentazioni erronee delle elite ci restituisce la dignità di cittadini consapevoli e liberi, capaci di pretendere dalle classi dirigenti un rapporto di reciproca fiducia, basato su un dialogo onesto e trasparente, su tutti i temi veramente rilevanti per il governo del Paese.

In questa terza parte, vengono dapprima illustrate le regole inferenziali per la costruzione di una valida argomentazione; poi si passa ad analizzare altri tipi di fallacie che, secondo la classificazione che fa riferimento alla moderna logica formale, vengono distinte in fallacie formali e fallacie non formali.



REGOLE INFERENZIALI


Nella logica formale, dagli enunciati condizionali derivano le seguenti due fondamentali regole di ragionamento (due metodi di inferenza):

a.    Affermazione dell’antecedente (modus ponens). Per definizione, data una proposizione condizionale, la regola dell’affermazione stabilisce che dall’affermazione dell’antecedente si conclude l’affermazione del conseguente. Se la proposizione antecedente è vera allora anche la proposizione conseguente risulta vera. Sulla regola dell’affermazione si basano molti ragionamenti scientifici, legali e di vita comune.
Esempio 1. “Se piove (antecedente), allora la strada si bagna (conseguente)”. Applicando l’affermazione dell’antecedente si ha: “Dato che piove (affermazione dell’antecedente), allora la strada si bagna (affermazione del conseguente)”.

b.    Negazione del conseguente (modus tollens). Per definizione, data una proposizione condizionale, la regola della negazione stabilisce che dalla negazione del conseguente si conclude la negazione dell’antecedente. La regola della negazione è molto utilizzata nella verifica delle ipotesi scientifiche. Se una data teoria prevede necessariamente delle conseguenze e tali conseguenze non si osservano, allora si può concludere che quella teoria non è valida.
Esempio 1. “Se la terra è piatta (antecedente), allora una nave che solca il mare è sempre visibile all’orizzonte (conseguente)”. Applicando la negazione del conseguente si ha: “I dati empirici confermano che una nave che solca il mare non è sempre visibile all’orizzonte (negazione del conseguente), allora la Terra non è piatta (negazione dell’antecedente)”.


CLASSIFICAZIONE MODERNA DELLE  FALLACIE

Con il riferimento alla moderna logica formale, le fallacie si possono distinguere in:
a)    fallacie formali
b)    fallacie non formali

Fallacie formali

La fallacie formali sono argomentazioni erronee nelle quali si cade quando si violano le regole inferenziali tipiche della logica formale, con conseguenze che si possono rivelare anche estremamente pericolose. Le fallacie formali si possono distinguere nei seguenti tipi:

·         Affermazione del conseguente (violazione del modus ponens). E’ la fallacia nella quale si incorre quando, in uno schema inferenziale, dall’affermazione del conseguente si conclude l’affermazione dell’antecedente. (In appendice, gli appassionati di logica possono trovare un approfondimento)

Esempio 1. Inferenza corretta:
“Se piove (antecedente), allora la strada si bagna (conseguente)”.
“Dato che piove (affermazione dell’antecedente), allora la strada si bagna (affermazione del conseguente)”.
Si commette la fallacia per affermazione del conseguente quando si argomenta nel seguente modo:
Se piove (antecedente), allora la strada si bagna (conseguente)”.
La strada si bagna (affermazione del conseguente), dunque piove (affermazione dell’antecedente)”.
Il ragionamento è erroneo perché si attribuisce un’unica causa ad un evento che può averne più d’una. La strada, infatti, potrebbe essere bagnata perché un’autobotte vi spruzza sopra dell’acqua, per lavarla, oppure per tanti altri motivi.

Esempio 2. Inferenza corretta:
“Tutti i gatti (antecedente) hanno quattro zampe (conseguente)”.
“Io sono un  gatto (affermazione dell’antecedente), dunque ho quattro zampe (affermazione del conseguente)”.
Si commette la fallacia per affermazione del conseguente quando si ragiona come segue. Un cane pensa:
“Tutti i gatti (antecedente) hanno quattro zampe (conseguente)”.
“Io ho quattro zampe (affermazione del conseguente), dunque sono un gatto (affermazione dell’antecedente)”.
Il ragionamento è erroneo perché attribuisce la proprietà di avere quattro zampe solo ai gatti mentre invece anche altri animali (ad esempio i cani) hanno quattro zampe.


·         Negazione dell'antecedente (violazione del modus tollens). E’ la fallacia nella quale si incorre quando, in uno schema inferenziale, dalla negazione dell’antecedente si conclude la negazione del conseguente. (In appendice, gli appassionati di logica possono trovare un approfondimento).

Esempio 1. Inferenza corretta:
“Se un’automobile si mette in moto (antecedente) allora c’è benzina (conseguente)”.
“In questa automobile non c’è benzina (negazione del conseguente), dunque non si mette in moto (negazione dell’antecedente)”.
Si commette la fallacia per negazione dell'antecedente  quando si argomenta nel seguente modo:
 “Se un’automobile si mette in moto (antecedente) allora c’è benzina (conseguente)”.
“Questa automobile non si mette in moto (negazione dell’antecedente), dunque non c’è benzina (negazione del conseguente)”.
Il ragionamento è erroneo perché si attribuisce un’unica causa ad un evento che può averne più d’una. L’automobile, infatti, potrebbe non mettersi in moto per un guasto al motore o per altri motivi.

Esempio 2. Inferenza corretta:
“Tutti i gatti (antecedente) hanno la coda (conseguente)”.
“Io non ho la coda (negazione del conseguente), dunque non sono un gatto (negazione dell’antecedente)”.
Si commette la fallacia di negazione dell'antecedente  quando si ragiona come segue: Un cane pensa:
“Tutti i gatti (antecedente) hanno la coda (conseguente)”.
“Io non sono un gatto (negazione dell’antecedente), dunque non ho la coda (negazione del conseguente)”.
Il ragionamento è erroneo perché attribuisce la proprietà di non avere la coda a tutti gli animali che non sono gatti, quando invece anche altri animali (ad esempio i cani) hanno la coda.


·         Falsa dicotomia (falso dilemma): E’ un tipo di fallacia molto comune, soprattutto nelle discussioni politiche, dove il modo di argomentare è poco approfondito e si basa su bipolarismi e conflittualità. Chi commette fallacia per falsa dicotomia si cela dietro argomentazioni apparentemente coerenti dove si presuppone, erroneamente, che fra tante diverse possibilità, l’unica vera sia quella dicotomica.
Esempio 1. Ad un elettore statunitense: “O voti i democratici o voti i repubblicani”. Qui si escludono altre possibilità. Ad esempio, l’elettore potrebbe astenersi dal voto, oppure votare scheda bianca. E’ una fallacia molto comune nelle discussioni politiche superficiali dove si tende ad esaltare l’aspetto bipolare e conflittuale.
Esempio 2. Affermazione: “Chi critica i respingimenti dei barconi degli immigrati è uno di sinistra”. La fallacia argomentativa presuppone un evidente bipolarismo. Chi, pur essendo di destra, non approva in blocco tutte le misure proposta dal suo partito viene tacciato di essere del partito opposto, come se non esistessero mille sfumature.

·         Argomentazione a catena. E’ un modo erroneo di argomentare dove si vuol far credere che la conclusione scaturisca logicamente da una presunta catena di eventi in sequenza quando, in realtà, non si dimostra alcuna connessione logica tra gli eventi che si succedono sulla catena. Una struttura tipica della fallacia è la seguente: “Se si verificasse l’evento 1 allora si verificherebbe l’evento 2, quindi l’evento 3 e così via di seguito. Come conclusione, occorre assolutamente impedire che si verifichi l’evento 1”.
Esempio 1. “Se si legalizzasse l’aborto aumenterebbe la pornografia infantile, poi crescerebbe la violenza e lo sfruttamento dei minori e, alla fine, si giungerebbe al totale disprezzo per la vita umana e per tutti gli esseri viventi. Di conseguenza occorre impedire che si legalizzi l’aborto”. Il ragionamento erroneo consiste nel ritenere che esista una catena logica tra gli eventi che si succedono in sequenza la qual porta necessariamente alla conclusione apocalittica.


Fallacie non formali

Le fallacie informali sono errori nei quali si cade tutte le volte in cui, per una molteplicità di fattori, le tecniche di inferenza formali non garantiscono la validità di un ragionamento. Ciò può accadere per negligenza o disattenzione, per dolo con l’uso di un linguaggio ambiguo oppure per la mancanza di sufficienti informazioni che non consente di accertare la verità delle premesse, la loro pertinenza e la plausibilità della conclusione.

Di seguito vengono descritte le fallacie che si incontrano più frequentemente in ambito economico e politico, distinguendole in tre classi:
a)    fallacie di pertinenza; sono ragionamenti erronei dove si sostiene la propria tesi con attacchi personali a danno dell’interlocutore di turno, oppure facendo riferimento a cause di forza maggiore
b)    fallacie basate sulle emozioni e sui sentimenti; sono modalità argomentative fallaci che sostengono una tesi facendo leva sulle emozioni e sui sentimenti
c)    fallacie causali; sono argomentazioni erronee che considerano solo le informazioni e i dati a supporto della propria tesi, mentre ignorano tutto il resto.


FALLACIE DI PERTINENZA

Le fallacie di pertinenza (o di rilevanza) consistono tipicamente in attacchi personali rivolti verso l’interlocutore di turno. Sono argomentazioni nelle quali le premesse sono irrilevanti e non hanno alcuna pertinenza, alcun nesso logico con la conclusione che si intende sostenere. Data la loro debolezza induttiva, le fallacie di pertinenza non hanno neppure grande validità deduttiva. Ecco, di seguito, le principali.

·         Attacco alla persona  (argumentum ad personam). E’ un ragionamento fallace, in assoluto tra i più frequenti. Per confutare l’argomentazione di un avversario, non si agisce sul piano razionale e formale ma lo si attacca dapprima sul piano personale (moralità, etnia, religione), adducendo fatti irrilevanti rispetto all’argomentazione da confutare. Quindi si utilizza l’attacco per infondere dubbi sulla credibilità e coerenza dell’avversario, per metterlo in ridicolo e screditarlo.

L’attacco alla persona è la fallacia più odiosa e più diffusa in ambito politico, date le sue notevoli implicazioni a livello elettorale; specialmente oggi, in concomitanza con il fenomeno della “personalizzazione della politica". Con la complicità dei social network, non esiste attualmente un uomo politico, di qualsiasi spessore, che non senta l’esigenza di farsi riconoscere da un vasto pubblico. La comunicazione pubblica non è più guidata dal ruolo bensì dalla personalità, che viene addirittura costruita su misura. Il fenomeno è accentuato dai mezzi di comunicazione: televisione, radio e stampa, che si nutrono della spettacolarizzazione della politica, come di ogni altro ambito della vita sociale.
Di seguito, sono illustrate alcune varianti della fallacia di attacco alla persona e, per ognuno di esse, sono riportati uno o più esempi di chiarimento.


-        Attacco personale illecito. E’ una variante dell’attacco alla persona dove, nelle premesse dell’argomentazione, si fanno riferimenti illeciti e gratuiti su determinate caratteristiche dell’avversario quali: il carattere, l’aspetto, il modo di comportarsi e di vestirsi, il credo politico o religioso, l’etnia, lo status sociale ed economico, l’interesse personale, le sue competenze, ecc., allo scopo di screditarlo e, indirettamente, screditare anche le sue argomentazioni.
In un confronto onesto, il modo di confutare il ragionamento dell’avversario è quello di valutare seriamente le sue argomentazioni. Solo in un secondo tempo, dopo una dettagliata analisi, si potrebbe eventualmente attuare un attacco personale, ma solo se giustificato, per evidenziare eventuali conflitti di interesse oppure la presunta incompetenza dell'avversario. In nessun modo, è ammissibile portare un attacco personale all’avversario senza produrre una seria e comprovata contestazione delle sue argomentazioni.
Esempio 1. Il ministro X afferma che un’economia sana deve garantire a tutti un posto di lavoro. Ma non ci possiamo fidare di quel ministro perchè è indagato”.
Esempio 2. “Quello che Giovanni afferma, circa la necessità di difendere i ceti meno abbienti, non si può prendere in seria considerazione poiché non ha mai lavorato e indossa sempre vestiti costosi”. (supposta incompetenza dell'interlocutore).
Esempio 3. “In una riunione sindacale, Paolo afferma che è necessario migliorare il livello di sicurezza della fabbrica, per garantire l’incolumità degli operai, e propone di applicare i dispositivi di sicurezza alle macchine di processo che ne sono sprovviste. Mario ribatte che non si deve credere alla proposta di Paolo perchè, negli anni '60, Paolo fu arrestato per resistenza a pubblico ufficiale”. Si cerca di deviare l’attenzione sul comportamento di Paolo, quando invece il vero oggetto del dibattito è l’analisi del rischio; è individuare quali sono le macchine sulle quali sono richiesti i dispositivi di sicurezza e verificare la loro effettiva presenza ed efficienza.
Esempio 4. "Il Prof. X sostiene che il riscaldamento globale sia un inganno; vi avverto però che X è stipendiato dalle grandi compagnie multinazionali antiambientaliste, delle quali difende gli interessi commerciali. Inoltre, da anni, egli non pubblica più un solo articolo “peer reviewed” sulle riviste scientifiche che si occupano di questioni ambientali”. Questo è un caso emblematico di attacco illecito alla persona nei confronti di chi è convinto che la tesi del riscaldamento globale sia solo una frode. E’ un’argomentazione fallace perchè, il fatto di essere stipendiati da grandi compagnie energetiche antiambientali oppure di non disporre di un lungo elenco di articoli "peer-reviewed", non prova nulla, non valida la conclusione. Vi sono ben altri modi leciti per dimostrare l’infondatezza delle argomentazioni dei negazionisti.
Esempio 5. “Bianchi detesta qualsiasi forma di superstizione, ma crede che rompere uno specchio porti sfortuna. Quindi, la verità è che non si può fare a meno di credere in qualche superstizione”. L’argomentazione è fallace poiché le preferenze di una persona non hanno alcun nesso logico con la verità delle affermazioni che quella persona sostiene.


-        Attacco personale per cattiva condotta (tu quoque). E’ una variante dell’attacco alla persona dove, invece di confutare, su un piano formale, le argomentazioni sostenute dall’avversario lo si attacca sul piano personale, accusandolo di commettere pure lui lo stesso errore, di avere una condotta ambigua o di essere selettivo e quindi incoerente con quanto afferma.
"Tu quoque” è la fallacia di pertinenza per “antonomasia”, impiegata allo scopo di generalizzare la colpa, per diluirne l’effetto. La si usa per confutare l’argomentazione dell’avversario accusandolo di un comportamento incoerente con ciò che sostiene (tu quoque, anche tu lo fai o sei). Tuttavia, la tesi sostenuta dall’avversario può essere perfettamente valida, a prescindere dal suo comportamento. Al massimo, lo si può accusare di essere un ipocrita ma non di argomentare in modo errato.
Esempio 1 “Il padre di Roberto, che è un accanito fumatore, dice al figlio di non fumare perché il fumo fa male alla salute”; il figlio ribatte: “Non è vero, perché anche tu fumi”.
Esempio 2. Un tale afferma "Bisogna indignarsi per l'esistenza dei poliziotti corrotti". L'altro ribatte "No, perchè la corruzione esiste dappertutto; è presente tra le forze di polizia, come tra i medici, i giudici, i politici, i funzionari statali, ecc.”

-        Attacco personale per interesse. E’ un’altra variante dell’attacco alla persona dove, si punta a confutare la tesi dell’avversario sostenendo che lo fa per interesse, per cercare di ottenere un vantaggio personale.
Esempio 1. “Una nota compagnia petrolifera  sostiene che il gas flaring non è dannoso”. E’ evidente che vi sono delle buone ragioni per non credere ciecamente a quanto viene affermato da quella compagnia petrolifera”. 
Esempio 2. “Rossi sostiene che si deve approvare la legge sui vaccini perché è giusta e permette di proteggere i nostri figli e le future generazioni. Rossi però è un azionista di un’azienda farmaceutica che produce i vaccini e il suo è un ragionamento interessato; pertanto la legge sui vaccini non va assolutamente approvata”.
La fallacia deriva dal fatto che il possibile vantaggio che Rossi trae dall’essere un’azionista di un’azienda farmaceutica è irrilevante e non pregiudica la sua argomentazione che la vaccinazione è una pratica corretta perché protegge la salute dei nostri figli e delle future generazioni.

-        Attacco personale per conoscenze sospette (attacco personale indiretto). E’ un’altra variante dell’attacco alla persona che consiste nel confutare una tesi non attaccando direttamente chi la propone ma criticando le compagnie che frequenta e quindi, indirettamente, sollevando dei dubbi sulla sua reputazione.
Esempio 1. “Stefano è contrario alla liberalizzazione delle droghe, però ha degli amici tra gli spacciatori”. Qui la fallacia è evidente perché l’integrità morale delle amicizie frequentate da Stefano è irrilevante rispetto alla validità logica della tesi che sostiene.


·         Appello all’autorità (agumentum ab auctoritate). E’ un tipo di fallacia di pertinenza dove la tesi che si intende dimostrare non viene sostenuta in base ad una valida argomentazione logica bensì in base all’approvazione da parte di una persona autorevole, che si riconosce esperta nel campo e alla quale tributiamo prestigio e rispetto. La fallacia deriva dal fatto che, in logica, una proposizione non è vera o falsa solo perché lo afferma una persona autorevole oppure perché si fa riferimento alle affermazioni di una persona autorevole.  L’appello all’autorità è un tipo di fallacia di pertinenza difficile da individuare in quanto non esiste un criterio chiaro e affidabile per valutare la verità delle affermazioni di una persona autorevole.
Il mondo è pieno di “tuttologi” e se qualcuno è autorevole in un dato settore, non lo è necessariamente anche in altri; inoltre anche un vero esperto in un settore può sbagliare. In gran parte, il problema deriva dal fatto che la stragrande maggioranza delle verità sulle quali costruiamo la nostra visione del mondo non proviene dalla nostra esperienza diretta ma le apprendiamo da altre persone o dai libri o dai media.
Esempio 1. “Il premio Nobel per la medicina X si è opposto ai vaccini obbligatori; quindi dobbiamo credergli”. Si tratta evidentemente di un ragionamento fallace perché la verità di una data proposizione non dipende dall’autorevolezza di chi la sostiene. Naturalmente questo non significa che, per principio, sia corretto dubitare di qualunque cosa venga affermata da un esperto del settore.
Esempio 2.  “Il senatore Tizio, che è un medico, sostiene che la legge sulla regolamentazione degli scioperi va bocciata. Perché mai dovremmo credergli? Egli è un’autorità in materia di medicina ma non sa nulla in materia di lavoro”.

·         Appello al giudizio (argumentum ad judicium). Come fallacia, può essere considerata una variante all’ appello all’autorità, dove la fonte autorevole qui è costituita dal gran numero di persone che sostengono la stessa tesi. La fallacia scaturisce dal ritenere che la verità o la falsità di una proposizione dipenda dal giudizio che le viene assegnato da un gruppo, il più ampio possibile, di persone oppure da istituzioni che esercitano una particolare influenza sulla popolazione.
Esempio 1. “I sondaggi suggeriscono che il partito X vincerà le elezioni, quindi faresti bene a votarlo”. La verità di un enunciato non dipende da chi e da quanti lo giudicano veritiero.

·         Appello alla modestia (argumentum ad verecundiam). E’ un tipo di fallacia di pertinenza in un certo senso opposto alla fallacia “appello all’autorità”. In questo caso, la tesi che si intende promuovere viene sostenuta da una persona famosa e rispettata ma assolutamente incompetente in materia. E’ un tipo di fallacia molto usata negli spot pubblicitari dove, per promuovere la qualità di prodotti o servizi commerciali, si invitano i “testimonial” ossia personaggi famosi ma non esperti in materia.
Esempio 1. “L’attore X sostiene che il prodotto Y è eccezionale, quindi deve essere senz’altro vero”.

·         Appello all’ignoranza (argumentum ad ignorantiam). E’ un tipo di fallacia di pertinenza dove si pretende di affermare la verità di una data argomentazione solo perché non si può dimostrarne la falsità, oppure viceversa  (si afferma la falsità solo perché non si può provarne la verità). Si presume cioè che una data argomentazione sia vera o falsa fintanto che non si prova il contrario. In altre parole, si ricorre all’ignoranza (assenza di prove) per affermare la verità o la falsità di un enunciato. La struttura della fallacia è apparentemente dicotomica:
-        data un proposizione P, siccome non si possiedono sufficienti informazioni per dimostrare che P sia vera, allora si presume che P sia falsa;
-        data un proposizione P, siccome non si possiedono sufficienti informazioni per dimostrare che P sia falsa, allora si presume che P sia vera.

L’appello all’ignoranza è un modo di argomentare chiaramente fallace perché l’insufficienza di prove per dimostrare la condizione di verità o falsità di un enunciato non ci autorizza a concludere che sia vera la sua negazione. Una data proposizione risulta vera o falsa in base all’esistenza di prove che la sostengono o la confutano e non certo alla loro mancanza. Se da un dato insieme di premesse non possiamo derivare una conclusione allora da quello stesso insieme di premesse non possiamo neppure derivare la negazione della conclusione. In questi casi, occorre sospendere ogni giudizio fino a quando si acquisisce la prova, che potrà essere favorevole oppure contraria.

Esempio 1. Nessuno ha mai provato che gli OGM siano dannosi. Quindi, gli OGM non sono dannosi”. Il ragionamento è erroneo perché manca la prova che siano nocivi oppure benefici.


·         Fallacia della brutta china. E’ una fallacia di pertinenza molto frequente, dove l’interlocutore cerca di confutare la tesi dell’avversario, argomentando sulle conseguenze negative che ne deriverebbero. Lo fa, elencando una successione di eventi, sempre peggiori, che si verificherebbero inevitabilmente a catena, per effetto domino (la brutta china), fino a giungere ad un evento finale, apocalittico. Il ragionamento è fallace perché il passaggio da un evento all’altro, sulla catena, è arbitrario, in quanto avviene senza argomentarlo in modo valido (logicamente coerente). Infine, si giunge, in modo discutibile, all’evento terminale che è ovviamente traumatizzante ed assurdo.

Esempio 1. “Se si rende legale il divorzio, allora avremo il via libera per l’aborto e poi ci sarà il matrimonio tra gli omosessuali e poi …”. Oops, ma è proprio quello che è successo!

Esempio 2. “Se si rendesse legale l’eutanasia i medici potrebbero uccidere chiunque. I familiari sarebbero spinti a sbarazzarsi dei congiunti ammalati;  gli ammalati chiederebbero di morire per non dover spendere in medicine; verrebbero soppressi i disabili, gli invalidi e anche gli anziani”. L’argomentazione è palesemente fallace perché nessun sostenitore dell’ eutanasia afferma di volere il genocidio delle fasce deboli della società. Inoltre, nei Paesi dove l’eutanasia è permessa, in genere, l’unico requisito previsto è che la malattia sia terminale e senza speranza di guarigione. Naturalmente, a chi si oppone all’eutanasia fa comodo che la gente non sappia e, nelle loro argomentazioni, saltano volentieri molti passaggi logici, per giungere a conclusioni del tutto fuorvianti e inaccettabili. Nel frattempo, i sostenitori dell’ eutanasia devono faticare molto per difendersi da quelle infamanti accuse.

·         Diversione spiritosa. La fallacia consiste nell’introdurre, nella discussione, una battuta di spirito, come mossa diversiva per distrarre dal tema centrale della discussione quando ci si accorge della debolezza della propria argomentazione e si rimane a corto di obiezioni alle osservazioni dell’avversario. Di per sé, l’ironia non è fallace ma lo è l’uso che se ne fa nel contesto, specialmente se abbinata a fallacie di attacco alla persona.
Esempio 1. “Il capitalismo è lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Il comunismo è l'inverso”. L’ironia è usata per distrarre e nascondere la mancanza di una buona ragione a favore della propria tesi.




(continua)       (torna indietro)

Commenti