RIFLESSIONI 1
Ecco, di seguito, alcune riflessioni che
possono essere oggetto di approfondimento.
1. La risposta alle complesse crisi sistemiche planetarie
che ci affliggono da decenni e che sembrano non voler mai finire può essere un
nuovo umanesimo ? Nel pieno dell’era
tecnologica, è possibile la nascita di un nuovo umanesimo, capace di rinnovare
radicalmente e ribaltare i principi e le norme che, sino ad oggi, abbiamo
considerato intangibili?
E’ urgente soffermarsi
a riflettere sulla necessità di riorientare la nostra esistenza verso un
umanesimo che incoraggi la nascita di nuovi sistemi di valori, di motivazioni
spirituali, etiche, filosofiche, sociali, politiche, estetiche, artistiche, per
ricostruire i nostri equilibri interiori. Un umanesimo dal quale emerga in modo
naturale un nuovo modo di valutare il benessere, la ricchezza di una nazione.
Una condizione di prosperità che non può essere misurata in base alla crescita illimitata
del PIL e dei consumi energetici ma in base all’importanza che si attribuisce
alla centralità della persona e allo sviluppo dei valori di amore, amicizia, collaborazione,
comprensione, solidarietà, spirito di sacrificio, convivialità.
Serve un umanesimo
che sia a fondamento di un nuovo modello socioeconomico; quello dello sviluppo
sostenibile, il paradigma dell’ecologia integrale; dove ognuno ricava tanto più
benessere quanto più si sente connesso, da un’identità di valori, agli altri
fratelli e sorelle, ovunque nel mondo.
2. Lo scopo della specie umana, una delle tante
che compongono l’ecosistema globale, è quello di emergere come una specie
infestante e di sottomettere tutto ciò che la circonda oppure, in una visione
spaziotemporale appropriata, è semplicemente quello di esistere e cioè di
coesistere e coevolvere in armonia con gli altri esseri viventi?
L’arroganza della
specie umana che si ritiene così potente da essere essa stessa una forza della
natura (antropocene di Crutzen) alimentata dall’ ideologia della crescita infinita
è la cosa più stupida che si possa pensare, proprio in considerazione del fatto
che, al presente, le sciagure della teoria della crescita illimitata stanno
diventando sempre più evidenti.
Insistiamo a
depredare l’ambiente: il suo capitale naturale e i servizi ecosistemici, che ci
vengono offerti gratuitamente e che supportano l’esistenza di tutti gli esseri
viventi, noi compresi. Non dovremmo invece abbracciare una vera filosofia di
vita, quella della “semplicità volontaria”, che si ispira agli insegnamenti del
Mahatma Gandhi il quale incoraggiava le persone a “vivere semplicemente, in
modo che gli altri possano semplicemente vivere” ?
3. E’ pensabile un futuro in cui lo sviluppo dell’uomo si
adatti intelligentemente alla dinamica congiunta del
clima (sfera inorganica) e della biosfera?
La fisica e la biologia hanno compiuto parecchi
progressi nella comprensione dell’interazione tra sole e terra, dalla quale ha
tratto origine la biosfera che è in relazione potente ed armonica con la sfera
inorganica (clima).
L’umanità si trova ad esistere come una delle
componenti di un sistema dinamico enormemente complesso che ha origine nelle
reazioni di fusione nucleare all’interno del sole e che prosegue con i
complessi fenomeni di emissione di particelle e di radiazione solare che
attraversano lo spazio fino ad interagire con la superficie del nostro pianeta.
Da tale complessa interazione, grazie alle particolari condizioni di
stazionarietà delle concentrazioni chimiche di alcuni elementi, dei campi
gravitazionali e magnetici e dei flussi di particelle, sulla superficie
terrestre si è sviluppata un’attività fotosintetica dalla quale dipende il
funzionamento dell’ecosistema globale e la stessa esistenza della specie umana.
4. E’ pensabile un futuro nel quale le macchine
dell’uomo non siano più pensate all’interno del paradigma tecnocratico dominante,
della progettualità consumistica, ma vengano ideate, nell’ambito di uno
sviluppo sostenibile, sempre frutto dell’intelligenza umana, che è sempre protagonista, ma in una nuova versione di
economia post fossile? Sebbene, attualmente incompatibile con il pensiero
dominante, può comunque essere un futuro pensabile? Può essere un futuro
possibile, in base all’attuale livello di progresso raggiunto dalla scienza e
dalla tecnologia ?
Il paradigma
tecnocratico, che è il paradigma socioeconomico oggi dominante, impiega la
tecnologia della produttività, sia in ambito industriale che finanziario, per
sottomettere la politica al volere della finanza.
La conoscenza della
dinamica dell’ecosistema, un tema che oggi è ancora nella fase embrionale, deve
diventare una conoscenza avanzata al servizio dell’intera umanità. In un
prossimo futuro, l’uomo dovrà orientarsi verso lo sviluppo della tecnologia
dell’efficienza e dovrà estrarre la potenza additiva che gli serve
prevalentemente dalle fonti energetiche rinnovabili; ossia dai processi
fluidoelettrici (idroelettrici ed eoloelettrici), fotochimici (fototermici e
fotovoltaici) e termochimici, questi ultimi, però, solo se integrati nel
processo generale di funzionamento della catena trofica (biomassa).
5. Al mondo vi è sufficiente immaginazione,
tecnologia, libertà, senso di comunità, responsabilità, lungimiranza, denaro,
disciplina, amore che ci permetteranno quel cambiamento di stile di vita
necessario per rientrare all’interno dei limiti di sostenibilità ed evitare il collasso della società?
Riusciremo a ridurre per tempo l’impronta ecologica umana? Riusciremo ad
impiegare in modo più efficiente le risorse naturali e, soprattutto, riusciremo
a sviluppare una maggiore solidarietà? La scienza e la tecnologia potranno diventare veramente patrimonio
dell’umanità?
La scienza e la tecnica
sono espressioni del linguaggio dell’uomo. La loro interazione con la società
esiste da sempre e può essere compresa solo in una prospettiva storica in
continuo cambiamento ed essenzialmente evolutiva ed irreversibile. Nella
storia, il rapporto tra una società e le sue risorse naturali ha seguito
dinamiche differenti, in funzione dell’evoluzione scientifica e tecnologica di
quella data società.
Imparare dagli errori
appartiene al processo di apprendimento del singolo individuo ma non è una
peculiarità della collettività. Lo sviluppo di una società avviene secondo un
percorso stocastico, storico, irreversibile, in risposta a singoli eventi che
possono anche essere sollecitazioni della tecnologia e con tempi diversi da
quelli del singolo individuo.
Nei tempi passati,
uno scienziato, un matematico o un artista, per vivere, dovevano appartenere ad
una famiglia ricca e aristocratica, dotata di potere nella società, oppure
dovevano dipendere dalla protezione di un tiranno, di un principe o di un papa,
oppure ancora erano monaci appartenenti ad un potente ordine religioso. Ai
nostri tempi sono dipendenti di una grande industria pubblica o privata, che ne
detiene i brevetti.
Commenti